giovedì 27 settembre 2012

POST FUORI POSTO

Oggi non voglio parlarvi di prodotti ecobio, di detersivi, di pulizia o di scelte etiche.
Voglio parlarvi di un atteggiamento mentale; Il mio atteggiamento, che mi porta alla scoperta di nuovi oggetti, nuove idee, nuove persone; del valore aggiunto che sto scoprendo nei prodotti artigianali.
Cosa c’entra con l’ecobio, direte voi? Forse nulla o forse qualcosa. Per me “centra perché ce capa”.
Se ci avviciniamo a persone che “sanno fare” possiamo imparare e migliorare, e perché no, anche acquistare qualcosa di unico. Devo dire che l’unicità che si nasconde dietro prodotti home made mi affascina in modo particolare .


Il discorso è sempre quello, in parte trito e ritrito, cibi a km zero, cosmetici che rispettano il nostro fisico e l’ambiente, ma io ci metto anche l’acquisto di prodotti (di tutti i tipi) fatti a mano o comunque artigianalmente. Valorizzare l’arte di chi ha capacità e poche possibilità, o  ha possibilità, ma poca esperienza vuol dire rispettare il lavoro altrui, vuol dire investire nelle persone, vuol dire combattere il conformismo a tutti i costi.
Io compro ancora nei super che accettano i buoni pasto (ne ho, che devo fare?!), negli e-shop, e sono anche un’amante, in parte,  di qualche marca famosa (e troppo costosa), ma in generale amo i mercatini, le persone che hanno capacità uniche, non mi vergogno di comprare (e vendere) l’usato.
E così recentemente ho comprato una piccola macchina da cucire, e acquistato piccoli lavori di bigiotteria da un’amica virtuale, ho iniziato a produrmi tonico e deodorante e ho molte idee, ma quelle le ho sempre avute.
Tutto questo per dire che sono una creativa auto-repressa, ma che sta prendendo coraggio.
Essere ECO secondo me, vuol dire anche valorizzare quello che si ha, o quello che si potrebbe ottenere con quello che si ha, senza necessariamente comprare, ma soprattutto senza  sprecare, aiutando il piccolo e il grande che da lavoro nel rispetto delle regole.
Eliecosa

giovedì 20 settembre 2012

LIBERI DI. PENSIERO SULLE MOTIVAZIONI



Contrariamente a quanto a volte si possa pensare non sono una fissata, non del tutto almeno.

Cerco quello che ritengo sia meglio per me e per l’ambiente in cui vivo e, lo ammetto, ogni tanto mi viene da pensare che sia meglio un po’ anche per gli altri e forse questo non è vero. Sicuramente non sempre. Niente presunzione, solo riflessioni.

Che i PEG e molte altre sostanze chimiche facciano male è indubbio, che alcune molecole chimiche inquinino anche, che alcuni comportamenti rendano la sopravvivenza sul pianeta terra difficile, pure; ma siamo liberi e questo ha anche degli effetti negativi.

Guardandomi intorno mi chiedo sempre più spesso che collegamento ci sia tra libertà e consapevolezza della scelta, tra libertà ed ignoranza (sono sempre stata un’amante della filosofia). 

Sempre più spesso mi chiedo, se sai che qualcosa ti fa bella ma ti fa male, la usi? Se sai che fa male ai tuoi cari? Ai tuoi figli? E allora perché l’ammoniaca ed i siliconi la fanno da padroni?

Per ignoranza direi io, per superficialità direbbero altri, per menefreghismo direbbero altri ancora. E chi “c’ha da fa’?“. Il consumatore o il produttore? La discussione è ardua e fine a stessa. O forse no.

Insomma, i momenti in cui le mie colleghe, le mie amiche e i miei cari discutono sul migliore sbiancante o sul più efficace antirughe mi prende un po’ di tristezza (ok, non esageriamo diciamo piuttosto rabbia-stupore-misto incomprensione), ma a volte sto in silenzio per evitare (come minimo spiegazioni e poi opinioni, discussioni o altro), altre volte no.  Tutto dipende da chi è l’interlocutore e la voglia che ho.

Ed io sono sempre quella a cui mamma lavava via le macchie di pennarelli indelebili dalle mani con la candeggina e che fino a 5 anni fa si cospargeva di composti chimici il cui INCI è indecifrabile.

Sono quella che ogni tanto si concede qualche mancata lettura dell’etichetta (vedi in fondo al post http://www.ecodieli.blogspot.it/2011/11/inci-questo-sconosciuto-la-lista-di-noi.html) o una seduta dalla parrucchiera (incrociando le dita), una coca-cola o un ombretto fluo.

In pratica ho concluso che è l’eccesso la rovina dei nostri tempi.
Troppa carne, troppo bagnoschiuma pieno di “chissachecosa”, troppo smog, troppo consumismo, troppo di tanto.

Ma il mondo è bello perché è vario e con questa vecchia massima vi lascio al prossimo post.

Eliecosa

giovedì 13 settembre 2012

RICORDI D'ESTATE



L’estate sta finendo e il caldo se ne va… l’estate sta finendo, l’autunno arriverà … papapapa ….

Mi sento ispirata da questo cambio stagione, pur rimpiangendo già le caldi serate all’aperto, il mare, i gelati, le giornate in cui la notte sembra non arrivare mai e ti sorprendono a pensare alla neve.

La verità è che l’umanità  (o maggior parte di essa) è incontentabile. Almeno io un po’ scontenta lo sono sempre. La trovo una buona scusa per lamentarmi, ma anche per migliorarmi e motivarmi.

Intanto penso a qualche prodotto rigorosamente ECOBIO per l’incipiente stagione autunnale.

Con il caldo (contrariamente a quanti tendono ad eliminare cosmetici dal loro beauty) io accumulo prodotti.
Creme solari, non una, ma mille, quella per la prima esposizione 50+, quella 30 per i giorni successivi, quella 15 perché nel colore ci spero sempre (vanamente) … e doposole, poi olio capelli, olio corpo, crema giorno, notte, illuminante, fondo di 3 tonalità (odio quello più scuro di quanto non si sia realmente) cipria perché sudo troppo e quella perché dopo il sole la pelle è tesa e scottata … e inutili creme anticellulite antirughe anti questo e pro quello … per la prova costume. 

Alla fine mi ritrovo decine di flaconi mezzi pieni e mezzi vuoti. Senza considerare improbabili nuances di ombretti minerali color menta o azzurro sgargiante che illuminano le mie notti d’estate (ma non i miei giorni d’ufficio).

In questi momenti vorrei una vita minimalista, in compagnia dei miei must: gel d’aloe e fondo minerale neve; ma non ci riesco. Gli smalti colorati e il bagnoschiuma refrigerante mi fanno l’occhiolino.

La tentazione di gettare tutto si fa grande guardando con sgomento gli scaffali, ma poi resisto, mi reinvento in una calda giornata estiva e mi dico dai, finisci tutto che poi arriva Natale” e devi fare spazio alle fragranze di marzapane e cannella

Eliecosa

giovedì 6 settembre 2012

IL BUONO ED IL CATTIVO (CHE IN FONDO È BUONO ANCHE LUI)



C’erano una volta il buono e il cattivo; erano fratelli, della stessa marca, con gli stessi buoni propositi eco-bio, a buon prezzo, dalla linea senza troppe pretese,con un inci piccolo piccolo.

La marca è ottima, si chiama Antos e devo dire che pur essendo poco nota ed ancor meno pubblicizzata, vanta solide basi e tanta serietà.

Si trova in qualche shop on-line (ad esempio verde alternativa) e, udite udite, nelle fiere rionali, nei mercatini, nelle bancarelle che ispirano (almeno a me) poca fiducia (e invece…).

Ha prodotti ottimi, dagli inci indiscutibilmente ecologici e semplici, anche da leggere.

I prodotti sono quasi tutti (almeno quelli che ho provato e dei quali ho letto qualcosa) validi; quelli buoni. Poi c’è un cattivo, che realmente cattivo non è. L’inci è valido, solo che ha un odore pessimo ed una consistenza ancora peggiore. Che sia super ecobio va bene, ma che nasca così non lo posso accettare.

In questo caso, secondo me, il buono è  ANTOS SHAMPOO PER CAPELLI NORMALI con propoli e rosmarino (Inci: aqua, zinc coco-sulfate, lauramidopropyl betaine, sodium lauroyl glutamate, disodium capryloyl glutamate, caprylic-capric triglyceride, propolis cera extract, rosmarinus off. extract, lactic acid, rosmarinus off. ess. oil, parfum, tocopherol, limonene, linalool.)

Ottimo ed ho detto tutto. Lava bene, non è aggressivo, mi piace! Non si distingue per il suo profumo che è comunque gradevole (o accettabile, a seconda del gusto)

Il cattivo eccolo qua. ANTOS OLIO LAVANTE con riso ed aloe vera (Inci : aqua, zinc coco-sulfate, lauramidopropyl betaine, oryza sativa oil, triticum sativum oil, caprylic-capric triglyceride, aloe ferox extract, hypericum perforatum extract, hidrocotile asiatica extract, glycine soja extract, licopodium clavatum extract, parfum, xanthan gum, tocopherol, retynil palmitate)

Lo trovo la macchia nera di questa stupenda marca cosmetica ed anche in questo caso ho detto tutto. Ho sbagliato a comprarlo pensando che al mare potesse venire in mio soccorso...idrata, forse fa quel che promette, ma proprio non mi soddisfa.

Le fans del cattivo forse se la prenderanno a male, ma si sa, i gusti sono gusti e poi il fascino del bel tenebroso è sempre in agguato.

La Antos è una buona azienda, veramente ecobio dai prezzi contenuti (lo shampoo ad esempio 4 euro per 200ml) certo il packaging potrebbero migliorarlo, ma alla fine, anche i brutti ma buoni sono irresistibili, o no?

Provate provate e fatemi sapere

Eliecosa